Cartolina storica
Nell’anno 1370 Galeazzo II, divenuto proprietario di San Colombano dopo la morte dell’Arcivescovo Giovanni Visconti, restaurò ed ampliò il Castello e autorizzò lo sviluppo edilizio del Borgo. A Galeazzo II, mancato ai vivi nel 1378, successe il figlio Gian Galeazzo, che entrò in possesso dei beni di San Colombano alla morte della madre, Bianca di Savoia, avvenuta nell’anno 1387.
Gian Galeazzo I, Duca di Virtù, nel 1396 donò alla fabbrica della Certosa di Pavia, il ricetto del Castello con i suoi edifici e spettanze, nonché gli edifici e possessioni fuori dal ricetto stesso, con le fornaci, i mulini, i beni di Mombrione, Graffignana e Vimagnano, con la roggia colombana; concesse altresì il diritto di pesca nei tratti del fiume Lambro compresi nei territori donati, per un reddito complessivo annuo di cinquemilacinquecento fiorini d’oro. Detta somma aveva lo scopo di finanziare la costruzione della Certosa di Pavia, della quale lo stesso Gian Galeazzo pose, nel medesimo anno, la prima pietra.
I Sancolombanesi, nel 1402, alla morte di Gian Galeazzo I, insofferenti dei privilegi dei certosini e approfittando del particolare momento di sbandamento e disorganizzazione che attraversava il ducato di Milano, assalirono e presero il Castello e la Rocca, massacrando la guarnigione Ducale e bruciando i grandi palazzi del Ricetto.
Seguì per il Borgo un periodo di appartenenza alla Casata Vignati, Signore di Lodi. A risolvere le sorti Viscontee intervenne il condottiero Francesco Sforza.
Il Castello fu riconquistato nel 1416 dal Duca Filippo Maria, figlio ed erede di Gian Galeazzo I, il quale riconfermò ai Certosini i precedenti privilegi.
Vista delle torri del castello